Il racconto della storia dell’umanità inizia con un desiderio che condannerà tutta l’umanità: quello di cogliere la mela proibita.
Anche nei dieci comandamenti è indicato di “non desiderare la donna di altri”.
Il desiderio, sentimento che a partire dalla seconda metà del Novecento si è liberato di tante catene, fino a diventare elemento centrale delle nostre vite e della nostra società del consumo, in passato è stato spessissimo considerato un’emozione pericolosa e ingannatrice.
In particolare le religioni si sono sempre molto battute per un netto contrasto al desiderio e alle tentazioni, soprattutto legate alla sfera sessuale. Eppure questo sentimento è una forza che muove l’uomo e l’umanità in avanti, perché spinge verso nuove conoscenze e nuove esperienze.
Anche per questo è un ingrediente decisivo della pubblicità, che tende di fatto a prendere dei desideri per trasformarli in bisogni assolutamente da soddisfare.
Le persone più sensibili al desiderio possono così trovare riserve interminabili di energie e raggiungere risultati trionfali, ma in certi casi possono andare incontro a reiterati e fragorosi insuccessi, soprattutto quando il desiderio diventa un’ossessione.
In generale, anche ai giorni nostri, nonostante i numerosi sdoganamenti, desiderio fa ancora rima con tentazione, spesso nell’accezione legata al sesso.
E il diavolo tentatore è l’immagine che meglio si associa a questo concetto.
In conclusione, il desiderio è un sentimento da agitare con cura e per persone forti, perché può portare a uno stato di elevato piacere come a una condizione di profonda delusione.
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