Stiamo parlando dello stato d’animo di chi prova turbamento e rabbia in seguito a un’offesa, presunta o tale.
E’ un sentimento un po’ più forte della semplice permalosità, ovvero la predisposizione di un soggetto a offendersi e a irritarsi facilmente.
Sentirsi insultati (soprattutto sulle nostre capacità o nei nostri affetti più cari) è una condizione che genera maggiore rabbia e voglia di rivalsa.
Quando ci sentiamo offesi, infatti, che sia perché siamo molto permalosi o suscettibili o perché effettivamente qualcuno ci ha presi di mira, è facile che in noi si spenga il lume della ragione e che si accenda invece quello della collera.
Con segni molto ben visibili sul nostro volto, i nostri occhi e tutto il nostro corpo.
Eppure sarebbe indicato capire il momento e mantenere la lucidità, in modo da non cadere nel tranello.
Sì, perché spesso l’insulto è fatto proprio per generare risposte rabbiose, prevedibili o poco strategiche.
Nello sport americano è stato coniato il termine trash talking, ovvero “l’arte” di offendere di nascosto l’avversario, magari tartassandolo con continue offese e giochi di parole, al fine di fargli perdere il senno o portarlo a sfinimento.
In stile playground, i campetti all’aperto, generalmente nelle periferie più malfamate. Oppure come fanno i pugili o i lottatori del wrestilng. O anche come fece Materazzi con Zidane. E sappiamo tutti come andò a finire…
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