La curiosità è il desiderio ed allo stesso tempo il piacere di vedere, di sentire, di conoscere sempre di più, senza fine, senza limiti.
E’ uno stimolo importantissimo per l’evoluzione umana, per il progresso scientifico, intellettuale, ecc..
Tutti, almeno da bambini siamo molto curiosi di scoprire cosa accade nel mondo intorno a noi (e anche, per i più curiosi, lontano da noi) e di sapere il perché delle cose.
Col tempo questo sentimento conosce diversi destini: in alcune persone rimane intatto, in alcune scema, in altre invece viene alimentato e si sviluppa.
In quest’ultimo caso, la curiosità può assumere ulteriori forme: si può avere questo slancio per il semplice piacere di conoscere; si può avere una spinta al progresso che porta dritti verso due altre virtù preziose, quali la creatività e lo spirito d’innovazione; oppure può esserci una curiosità “commerciale”, “da spionaggio”, volta a carpire i segreti di chi ha più successo di noi; registriamo poi la tipica curiosità da “pettegolezzo”, quella delle “comari del paesino” di De André; c’è infine la cosiddetta “curiosità morbosa”.
In generale la curiosità è considerata una virtù e un elemento positivo per la nostra società, ma non è sempre così.
Per esempio, come detto negli ultimi tre casi esposti, oggi con l’avvento dell’informatica e dei social è sempre più forte il timore dello spionaggio, di un “grande fratello” che entra nelle nostre case e nelle nostre vite violando la nostra intimità.
Inoltre, in passato come oggi, il curioso può esser visto come uno che vuole osare troppo, che vuole spingersi troppo in là, spesso per vanità o spirito di ribellione rispetto all’ordine costituito.
