L’allegria è un sentimento di felicità spensierata, frivola e scanzonata.
E’ un’emozione tra le più piacevoli e talvolta viene confusa con altre emozioni ad essa simili, ma con sfumature leggermente diverse e con diversa potenza.
Se la gioia e la felicità, infatti, sono sentimenti più intensi e profondi, le caratteristiche distintive dell’allegria sono proprio la spensieratezza e la leggerezza.
La persona allegra è vivace e rumorosa e manifesta esteriormente, generalmente col riso, questo suo stato d’animo.
Più che a momenti importanti e soddisfazioni della vita (come accade invece per gioia e felicità), l’allegria si associa a momenti più leggeri, genuini, spontanei e di puro divertimento.
Momenti di baldoria, di entusiasmo, spesso collettivo, in cui generalmente questa emozione si diffonde di persona in persona, perché l’allegria è contagiosa. Può addirittura scaturire da momenti che sarebbero in teoria spiacevoli, come la caduta di piatti o il classico scivolone sulla buccia di banana.
E’ un sentimento che ora va molto di moda e che per questo finisce spesso per essere artefatto e non sincero. “Allegria! Allegria!”, dicevano in televisione.
“Sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re!”, recitava una canzone.
Al giorno d’oggi, l’allegria è una caratteristica richiesta e imposta non solo dai conduttori televisivi o da qualche esigente e capriccioso monarca.
Sono il mercato, il lavoro al pubblico, la società e i social che ci impongono di avere sempre stampato sul nostro volto un sorrisone, che alla fine assomiglia sempre di più al sorriso di Joker che a quello di due adolescenti che si fanno gli scherzi in spiaggia.
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