Una giornalista chiese a Marie Curie come ci si sentisse ad aver sposato un genio.
La Curie prontamente rispose: “Non so, chiedetelo a mio marito”. Marie Curie è stata la prima donna a vincere il Premio Nobel e (l’unica, ancora oggi, a essere stata insignita due volte).
Tra i suoi incredibili talenti, evidentemente, c’era anche una grande consapevolezza e sicurezza nei suoi mezzi. Per molte persone, invece, soprattutto tra le donne, la situazione è diametralmente opposta.
La cosiddetta “sindrome dell’impostore” infatti è piuttosto diffusa.
Si tratta della convinzione, più o meno consapevole, di sentirsi degli usurpatori, ovvero detentori di un posto che riteniamo di non meritare. E’ una sindrome principalmente legata all’ambito professionale (ma può riferirsi anche a dinamiche familiari), che interessa soprattutto soggetti che riescono a raggiungere successi sconosciuti alla maggioranza degli altri membri del proprio gruppo sociale.
E’ per questo che si manifesta soprattutto tra le donne, da sempre meno presenti ai piani alti di un’azienda, o tra gli uomini provenienti da famiglie di umili origini o legate a umili professioni o modesti risultati lavorativi.
In fin dei conti, però, uno stato d’animo del genere può essere semplicemente il primo step di un momento comunque importante e formativo della nostra esistenza, cioè una fase di cambiamento e di crisi costruttiva, nella quale ci mettiamo in gioco, uscendo dalla nostra comfort zone, e ci interroghiamo sulle nostre possibilità.
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