Come Il Web Può Liberare I Copywriter Dalla Prigione Professionale Nella Quale Sono Stati Rinchiusi

Il libro di Nick Usborne, Net Words, è uno dei pochi che dedica un intero capitolo alla figura del copywriter come persona e professionista.

Perché nel mondo digitale di oggi si parla sempre tanto di copywriting, e di come gli imprenditori dovrebbero imparare questa arte di scrivere per vendere e poco, troppo poco di quella che è la vita del copywriter di professione.

Nonostante questo Rinascimento del Marketing che sta spopolando in Italia, la figura del copywriter è vista dalle aziende come una figura marginale, quasi un “lusso” che solo le aziende più strutturate possono permettersi.

E, se in parte questa affermazione può essere vera, dall’altra questa stessa affermazione provoca una sorta di prigione attorno al copywriter che collabora con le aziende – o che ne lavora alle dipendenze – limitando la sua libertà di parola alla mera esecuzione di strategie pensate da altri.

Credo che riportare in questo articolo un estratto degli scritti di Usborne sia utile e necessario perché si capisca davvero l’importanza del copy professionista nel contesto del mercato di oggi.

 

Permetti al copywriter di fare un buon lavoro

Per raggiungere il risultato di una buona scrittura online occorre innanzitutto lasciare al copywriter la libertà di fare un buon lavoro.

Se ad un professionista della parola viene ristretta la possibilità d’azione all’interno di un gruppo non ci saranno possibilità per lui di ideare e proporre cambiamenti tali da poter giungere ai risultati desiderati.

Spesso il ruolo marginale a cui si costringe un copywriter è il più grande ostacolo da superare per avere un buon prodotto che funzioni a 360°.

Bisognerebbe infatti tenere sempre in grande considerazione le opinioni del copywriter, le cui esperienze e la visione prospettica è un vero e proprio valore aggiunto da non sottovalutare.

Parlando più specificatamente del problema linguistico in sé, può essere interessante la visione specifica dell’ingegnere web Julia Hayden: “Il linguaggio è lo strumento che utilizziamo per filtrare e definire il mondo. E’ il nostro primo e più potente mezzo: ci consente di separare la nostra essenza da quella di un armadillo qualsiasi. Il linguaggio ci consente di connetterci, costruire pensieri complessi e influenzarci gli uni gli altri. Eppure il linguaggio ha anche il potere di dividerci: cristallizza le nostre differenze e ci aiuta a identificare i nostri opposti e antagonisti, divenendo un mezzo per irritare il prossimo che differisce da noi.”

Occorre dunque indirizzare gli sforzi verso l’industria specifica che ne deve avere godimento.

Le origini del Web non hanno niente a che vedere con il commercio così come lo intendiamo al giorno d’oggi, ma sono da ritrovare tra i meri sforzi di accademici e tecnici che hanno dato il via a quelle potenti infrastrutture telematiche che oggi formano la Rete.

Oggi queste infrastrutture sono permeate dagli sforzi di persuasione a alta abilità di scrittura dei copywriter moderni.

Per comunicare nel web si assiste ad un progressivo corso evolutivo di un codice in continua trasformazione secondo cui il messaggio viene recapitato e il contenuto diventa l’unica strategia d’attacco che vale la pena considerare.

Ma non solo.

Il destinatario è il secondo termine di un binomio importante che si basa sia sulla pluralità del pubblico che ascolta, sia sui benefici che drasticamente appaiono con il migliorare delle expertise di chi scrive.

Un buon copywriter ascolta attentamente e articola un semplice messaggio che tocca in modo genuino gli interessi mostrati sia dall’azienda che invia il contenuto, sia dall’utente che lo riceve.

E non finisce qui: le parole che usa Usborne sono quelle che inquadrano esattamente il ruolo di un copy al giorno d’oggi.

Per continuare a leggere, scarica subito il Quaderno relativo al libro Net Words di Nick Usborne. Lo trovi in questa pagina, ed è gratis!

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