La vergogna è un’emozione di mortificazione, di turbamento, di forte umiliazione e di disagio, che nasce dalla percezione di un comportamento, proprio o di altri, come assolutamente riprovevole, imbarazzante e sconveniente.
Alla base di questo meccanismo c’è la consapevolezza o il timore di una condanna, che può essere morale o sociale, da parte di altri individui.
La vergogna può essere causata spesso anche da un mancato raggiungimento di traguardi che ci eravamo prefissati o che avevamo promesso a qualcun altro.
Al contrario del senso di colpa, che è un fatto fondamentalmente personale e intimo, la vergogna si origina sulla base dell’importanza che viene assegnata al giudizio altrui, che in certi casi può essere sfavorevole, se non addirittura di discredito o di disprezzo.
Quando superiamo la nostra soglia di vergogna, di fronte ad un nostro comportamento a nostro avviso inadeguato, ci sentiamo improvvisamente “nudi” e scoperti, col terrore che qualcuno possa aver visto le nostre imperfezioni.
Il senso di inadeguatezza e di vergogna sono soggettivi e ciò che per qualcuno può essere molto imbarazzante può non esserlo per altri. Non a caso ciò che ora è completamente sdoganato, a livello di vestiario, ad esempio, non molte decadi fa sarebbe stato considerato assolutamente scandaloso.
In ogni caso, gli effetti della vergogna sono piuttosto noti: voglia di scappare e di nascondersi, ansia, pianto e, nei casi più gravi, perfino depressione.
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