Il coraggio è letteralmente la forza d’animo che abbiamo e dimostriamo nell’affrontare dei pericoli, nel sopportare dolori fisici o morali oppure nel dire o fare qualcosa che implichi un rischio o un sacrificio.
Il coraggio lo possiamo trovare dentro di noi, ma può anche esserci trasmesso, così come noi possiamo infonderlo negli altri con parole, gesti o atteggiamenti.
“Coraggio!” è anche un’esortazione, un invito a non mollare di fronte a problematiche o sfide difficili. In certi casi può sfociare in sfacciataggine, sfrontatezza, persino impudenza. In generale, è un sentimento che si collega, come dice l’etimologia stessa del termine (che deriva, passando dal francese antico “corage”, da “cor”, cuore), all’idea medievale di valore, di calore, di quel fuoco interiore che, nella credenza medioevale, si doveva trovare proprio dentro il cuore.
L’eroismo è una virtù da sempre molto celebrata e i più famosi poemi dell’antichità e del Medioevo narrano proprio di eroi sprezzanti di ogni pericolo e delle loro temerarie e valorose gesta.
Generalmente quindi questo stato d’animo viene associato anche oggi, nell’immaginario collettivo, a prestazioni fisiche proprie principalmente del sesso maschile. In realtà finalmente oggi si riconosce come coraggioso qualsiasi atto impavido (non solo lo scagliarsi con il proprio cavallo e la propria lancia contro un nemico invincibile!) compiuto indifferentemente da uomini o da donne. E si riconosce soprattutto uguale dignità anche al cosiddetto coraggio delle azioni (intese come comportamenti) e delle idee.
