La commozione è un sentimento di pietà, affetto ed assieme turbamento.
Si prova questa sensazione quando si riesce ad entrare in empatia con qualcun altro, ovvero quando riusciamo a provare comprensione, partecipazione intima e immedesimazione, rispetto alla situazione emotiva di un’altra persona. E’ una condizione propria di ogni essere umano, anche se troppo spesso viene considerata “roba da femminucce”… Invece, per una vita piena e in sintonia con le proprie emozioni, non dovremmo vergognarci di commuoverci ogni tanto (senza ovviamente esagerando, arrivando a piangere per ogni minima cosa).
A seconda delle situazioni cui si riferisce, si presenta in vari modi: nei casi piacevoli e positivi avremo coinvolgimento, intenerimento , eccitazione ed emozione, mentre nelle situazioni più spiacevoli e negative avremo compassione, pietà, turbamento, fino ad arrivare, nei casi più estremi, ad afflizione, dolore, tormento.
La commozione si manifesta principalmente attraverso il linguaggio del corpo: il segno più evidente e visibile sono gli occhi lucidi, ma anche il tremolio, il groppo in gola e la voce rotta sono altri segnali chiari.
In quali casi ci si commuove con più facilità?
Generalmente ciò avviene nelle situazioni più estreme, tipo la morte o storie d’amore drammatiche o di avventure che sottopongono i soggetti interessati a prove durissime. La commozione arriva a prescindere dal lieto fine. Quello che alla fine risulta davvero rilevante e potente sono le situazioni in cui ci le storie che abbiamo di fronte hanno dei punti di contatto con le nostre vicende personali, perché questo va a toccare e sollecitare le nostre corde più profonde e sensibili.
ORA UNA COSA MOLTO IMPORTANTE: se vuoi scoprire come utilizzare la vergogna nel copywriting a risposta diretta clicca qui ed usa il Dizionario del Copy di Alessandro Banchelli.