La rabbia è un’emozione di violenta irritazione che scaturisce da un senso di impotenza assoluta o da delusione e contrarietà legate ad un determinato evento o a particolari comportamenti che ci provocano dolore od angoscia.
L’arco di sentimenti che esprimono la sua intensità è piuttosto vario: si parte dal semplice risentimento, per arrivare all’esasperazione, al furore e all’ira. In questi ultimi casi, si può manifestare esternamente con azioni e parole incontrollate e scomposte.
Il soggetto che esplode la sua rabbia, infatti, lo fa perdendo il controllo senza nascondere minimamente questo suo stato d’animo. Il suo corpo partecipa e tradisce chiaramente ciò che viene percepito internamente, col volto che si corruccia (fino, nei casi più estremi, a trasfigurarsi) e con gli arti che si agitano in maniera scomposta.
Ma sono soprattutto le parole a costituire le tracce più significative e potenzialmente devastanti. Un attacco di rabbia incontrollata, infatti, può causare la fine di un matrimonio o di un’amicizia. In alcuni, terribili, casi può avere conseguenze pericolosissime, perfino mortali.
Non sempre, però, gli attacchi di rabbia, hanno conseguenze negative, in considerazione anche del fatto che la cosiddetta rabbia repressa, infatti, può portare a vere e proprie esplosioni, come di un vulcano che erutta la sua lava trattenuta troppo a lungo nel profondo della sua cavità.
Al contrario, sfogare la rabbia può avere un effetto liberatorio, di sollievo, catartico e chiarificatore.
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