La solitudine è la condizione temporanea o duratura di chi è solo o si sente tale.
Può essere temporanea o estendersi nel tempo. Può esistere una solitudine materiale oppure affettiva e sociale.
E’ uno stato che a volte può essere anche costruttivo e ricercato per piacere o scelta consapevole (come nel caso di chi vuole temporaneamente isolarsi in un bosco o chi sceglie una vita di eremitaggio o meditazione), ma in genere non è né frutto di un desiderio né piacevole.
Il solitario, infatti, spesso subisce la solitudine e si sente spiacevolmente solo, finendo per sentirsi insoddisfatto, sconfortato e apatico a causa della mancanza di relazioni sociali. Nei casi più estremi la solitudine può condurre alla pazzia e alla disperazione.
Il degrado delle relazioni sociali è una delle più grandi piaghe della nostra epoca.
Le città sono molto popolate, viviamo spesso circondati da una moltitudine di persone, siamo sempre connessi coi nostri amici e con il mondo, eppure è tutt’altro che inusuale sentirsi soli.
L’illusione social fa sì che la nostra unica compagnia sia per gran parte del tempo uno smartphone. E non è solo un discorso di essere o non essere asociali, bensì di mancanza di tempi e spazi per socializzare, nonché di priorità di valori.
E’ una condizione che purtroppo colpisce tutti: i giovani che si alienano col telefonino o che si sentono incompresi; le persone di mezza età che, schiacciate dai loro impegni, non trovano tempo per stare con gli amici, oppure che si sentono insoddisfatte della loro vita familiare e lavorativa; gli anziani, per cui la società spesso non trova tempi e spazi adeguati.
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