L’imbarazzo è un’emozione che ha varie sfaccettature, anche piuttosto diverse.
In generale, si tratta di uno stato d’animo di disagio, di impaccio, figlio di una situazione che riteniamo incresciosa o nella quale ci sentiamo inappropriati o con le spalle al muro. La sensazione di blocco e di riflettori puntati addosso proprio nel momento meno opportuno, quindi, è quella che più spesso viene associata a questo sentimento.
Ma non è l’unica, perché con questo termine possiamo riferirci anche ad altre situazioni.
Per esempio, usiamo le espressioni “imbarazzo della scelta” o “togliere l’imbarazzo” quando ci riferiamo ad un blocco di qualcuno, ma con una connotazione che è sicuramente meno forte di quella riferita a gaffe eclatanti fatte in pubblico.
Essere capaci di provare imbarazzo, inoltre, può essere anche un segno di eccessiva auto-severità oppure, al contrario, di umiltà.
Questi diversi gradi di imbarazzo ci portano a dire che la scala dell’imbarazzo va da una sensazione più leggera (che può essere anche fonte di risate, come una piccola battuta equivocata in un discorso tra amici) fino a un livello che arriva a sfiorare la vergogna, anche se quest’ultimo sentimento è sicuramente più forte e con evidenti connotazioni morali.
In mezzo a questi estremi, stanno tutte quelle piccole o grandi infrazioni alle regole e al decoro e quelle più o meno significative umiliazioni sociali che ci capitano in pubblico e che ci fanno arrossire il volto e dalle quali vorremmo scappare per andare a rifugiarci nella nostra intimità.
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